Sergio Giardo, il copertinista della più longeva serie a fumetti di fantascienza italiana Nathan Never, è il disegnatore che ha illustrato le avventure di Dr. Reckeweg Mistery Tales dando forma e colore alle sceneggiature redatte da Umberto Garipoli. Oltre a collaborare con la Sergio Bonelli Editore, Giardo si è dedicato nuovamente a Mark Reckeweg e Bastian Moser che tornano ad essere protagonisti della mini-serie a fumetti ambientata nella Berlino degli anni ’90. I nostri eroi saranno alle prese con fantasiose avventure nei panni di giovani ragazzi che cominciano ad appassionarsi alla Medicina Omeopatica, soprattutto per merito del nonno Harold Reckeweg. Stessi personaggi e stessa location per una storia ambientata in un tempo in cui gli smartphone erano fantascienza, i Social Network erano assimilabili alle piazze delle città e cominciavano a prendere forma tendenze che ancora oggi vanno di moda. Anche il registro narrativo sarà differente: le avventure di Mark non saranno più raccontate per puntate, ma attraverso episodi auto-conclusivi ricchi di espedienti fantasiosi.
Curiosi di leggere il primo numero? Per ingannare l’attesa, abbiamo fatto qualche domanda a Sergio Giardo per scoprire quali saranno le novità di questa nuova mini-serie e fare il punto su quella appena conclusa con l’episodio L’Ultima possibilità, uscito lo scorso dicembre.
Dopo aver illustrato la serie a fumetti di Dr. Reckeweg Mistery Tales, ti aspetta una nuova sfida: raccontare le avventure di Mark e i suoi amici ai tempi della loro infanzia. Ti affascina raccontare una storia dal punto di vista di un bambino?
La risposta è sì: quando si parla di avventura e di mistero il punto di vista dei bambini è l’ideale per raccontare questo genere di suggestioni. A quell’età si vive a pieno il senso della scoperta del mondo e si ha ancora la capacità di meravigliarsi e fantasticare. In più, questo espediente narrativo offre la possibilità di raccontare un percorso di crescita e formazione attraverso le avventure e le esperienze che vivono.
Io da bambino non ho vissuto delle grandi avventure: ho avuto un’infanzia tranquilla, per fortuna. Ero un grande appassionato di fantascienza: ideavo storie nella mia cameretta interpretando personaggi che combattevano contro civiltà extraterrestri, esploravo nuovi mondi tramite la fantasia perché a quell’età tutto è avventura.
Con la nuova mini-serie verranno introdotti anche i nuovi compagni di avventura di Mark Reckeweg e Bastian Moser. Qual è l’iter che adoperi nella costruzione dei personaggi?
Non c’è un iter o una regola stabilita per la creazione di un nuovo personaggio. In questo caso, lavorando sulla sceneggiatura, le indicazioni arrivano da chi scrive, ovvero da Umberto Garipoli, ideatore dei nuovi personaggi che appariranno nella mini-serie. Perciò, il primo step tra i compiti del disegnatore assomiglia a quello che fa un lettore che legge un libro e immagina l’aspetto, le movenze, il modo di parlare e tutto ciò che è descritto dall’autore.
Bisogna aggiungere che il fumetto, per definizione, cerca sempre di adoperare un linguaggio che sia semplice e condiviso da tutti. Ma semplificare non significa sminuire e non denota superficialità, bensì è un modo per eliminare tutto ciò che è superfluo alla comprensione e arrivare al “nocciolo della questione”. Nel caso dei personaggi, per esempio, bisogna saper rappresentare il loro carattere attraverso l’aspetto fisico. In questo senso, è singolare il fatto che nella lingua inglese “personaggio” si dica character e in italiano invece character assomigli a “carattere”. Quindi, attraverso l’aspetto fisico del personaggio, il disegnatore deve cercare di rappresentare graficamente il suo modo di essere. L’obiettivo è far sì che il lettore possa intuire immediatamente il carattere e l’indole di un personaggio tramite la sua rappresentazione grafica. In altre parole, il compito del disegnatore è quello di trovare delle caratteristiche visive che possano evocare gli aspetti più introspettivi, comunicando adeguatamente con il lettore.
Il punto di partenza nello studio di un personaggio sono i bozzetti, ovvero le prove con tutte le caratteristiche che dovrebbe avere: prima di tutto gli elementi distintivi del viso, poi l’abbigliamento, le pettinature, ecc. Per chi volesse approfondire il “dietro le quinte” di questa nuova serie in preparazione, alcuni degli studi sulle schede redatte da Umberto Garipoli saranno condivise in anteprima sulla pagina Facebook di Dr. Reckeweg Mistery Tales, accompagnati dai video tutorial di Silvano Beltramo che parleranno proprio di questo argomento. Insomma: c’è molta carne al fuoco!
La nuova mini-serie è ambientata negli anni’90. Hai trovato divertente e stimolante far riferimento alla cultura popolare di quegli anni?
Ho vissuto la mia giovinezza negli anni ’80 mentre negli anni ’90 ho posto le basi della mia vita attuale: mi sono sposato, ho cambiato lavoro e ho iniziato a fare fumetti, ho lasciato la città e sono andato a vivere in campagna, è arrivato mio figlio. Perciò, le mode di quel tempo le ho vissute con gli occhi di un adulto. Ho visto l’affermarsi di fenomeni musicali che influenzarono l’abbigliamento dei giovani come, per esempio, il grunge, portato alla ribalta dai Nirvana. Eppure, erano anche i tempi delle boy band come i Take That e le Spice Girls, un fenomeno diametralmente opposto in termini musicali. Per quanto riguarda il disegno, anche un elemento semplice, come recuperare i modelli di automobili di quel tempo, aiuta a contestualizzare le ambientazioni. In fondo, la realtà attorno a noi non è cambiata poi così tanto rispetto a vent’anni fa anche perché nella moda si vive costantemente di ritorni, ma per ricreare l’atmosfera degli anni ’90 è sufficiente disegnare un’automobile in un’ambientazione esterna, oppure fare riferimento alla tecnologia come i computer dell’epoca e tutti gli strumenti di uso comune in quegli anni. Nel disegno, quando si ha a che fare con ambientazioni contestualizzate in periodi vissuti in prima persona, è divertente fare riferimenti un po’ amarcord perché non è necessario basarsi solamente sulla ricerca storica che invece risulta fondamentale quando si raccontano storie ambientate in epoche lontane nel tempo.
Quanto hai imparato sull’Omeopatia grazie a Dr Reckeweg Mistery Tales?
Premetto che trovo straordinario come il fumetto sia un media che consenta di spiegare concetti complicati ed articolati in maniera chiara, semplice e comprensibile a tutti. Spiegare i principi sui cui si fonda l’Omeopatia può dimostrarsi difficile senza risultare pesanti proprio perché si tratta di nozioni di una certa complessità. In questo senso, il fumetto, se usato bene, è un media eccezionale perché permette di mettere insieme parole e immagini in maniera creativa riuscendo ad arrivare ad una comprensione condivisa, tramite un linguaggio semplice. In questo senso, gli script redatti da Umberto Garipoli si possono definire esemplari: nel corso di trenta numeri è riuscito ad affrontare la difficoltà di raccontare una storia appassionante, intrisa di mistero e avventura, veicolando, al contempo, delle informazioni complesse. Credo che in tutti gli episodi pubblicati Umberto sia stato veramente bravissimo nel coniugare intrattenimento e divulgazione. Di conseguenza, anche per me è stata una scoperta continua e ho imparato sempre qualcosa di nuovo tra le pieghe delle avventure. Quindi, per me è stata un’esperienza sicuramente interessante, costruttiva e molto appassionante.
Non ci resta che attendere l’uscita del primo numero della nuova mini-serie a fumetti cominciando a farci un’idea di come saranno i nostri amati protagonisti seguendo la pagina Facebook di Dr. Reckeweg Mistery Tales su cui pubblicheremo gli artwork prodotti da Sergio Giardo!
Hai letto l'ultimo articolo?
Hai letto l'ultimo articolo?
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Vuoi essere avvisato ogni mese sulle uscite dei nuovi numeri
del fumetto o sugli ultimi tutorial pubblicati? Allora che aspetti, iscriviti!
IMO S.p.a. | Via Firenze, 34 – 20060 Trezzano Rosa (MI) | Partita Iva: 00714820156 | Privacy | Cookie Policy | Credits: Digital for Business