La sindrome da stanchezza cronica è chiamata anche sindrome da fatica cronica, CFS o encefalomielite mialgica che consiste nell’infiammazione di alcuni tessuti cerebrali e del midollo spinale. Si tratta di un disturbo dalla sintomatologia simile a quella influenzale, caratterizzato da una stanchezza persistente e debilitante a cui non giova il riposo. Chi ne soffre solitamente non è affetto da patologie particolari e presenta una una serie di sintomi eterogenei.
L’encefalomielite mialgica o stanchezza cronica colpisce più frequente le persone di età compresa tra i 40 e i 50 anni, specialmente di sesso femminile, mentre i bambini che ne sono affetti sono solitamente adolescenti tra i 13 e 15 anni. Le cause che scatenano la comparsa di questa sindrome sono tuttora sconosciute e non è ancora stata individuata una cura specifica, ma esistono diverse soluzioni per contrastarla o lenirla.
Purtroppo, nonostante i numerosi studi condotti in merito alla stanchezza cronica i ricercatori non sono ancora riusciti ad individuare le cause principali riconducibile al manifestarsi di questa sindrome. Ciò nonostante, sono stare formulate alcune ipotesi che possono essere prese in considerazione per tracciare un quadro diagnostico. Ad esempio, le infezioni contratte a causa di virus come l’Epstein-Barr – responsabile della mononucleosi) – e l’Herpesvirus umano possono costituire terreno fertile per l’encefalomielite mialgica. Un altro fattore riconosciuto come correlato all’insorgere della sindrome da stanchezza cronica è il sistema immunitario in deficit, ovvero caratterizzato da un funzionamento inadeguato. Anche gli sbilanciamenti ormonali possono essere legati alla sindrome specialmente se presentano valori anomali nell’ambito dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Infine, sono da non sottovalutare anche i problemi di natura psicologica: stress e forti traumi emotivi possono essere determinanti a tal punto da incidere sull’economia dell’organismo.
Infine, i fattori di rischio principali per la sindrome da stanchezza cronica sono riconducibili all’età compresa tra i 40 e i 50 anni, all’appartenenza al sesso femminile e alla tendenza a provare ansia e stress.
Il principale sintomo della sindrome da stanchezza cronica è il senso di fatica persistente e prolungato a cui si affiancano una serie di disturbi secondari di carattere cronico simili a quelli dell’influenza come:
Il senso di fatica è irrimediabile. Chi soffre di stanchezza cronica non riesce a trovare conforto riposando anche a causa della sintomatologia dolorosa correlata che può portare ad un senso di frustrazione generale, innescando un circolo vizioso che porta a provare stati emotivi come la depressione, compromettente rispetto all’aggravamento della sindrome.
Diagnosticare questo disturbo è particolarmente complicato. Infatti, tuttora non esiste un test diagnostico specifico per la sindrome da stanchezza cronica tant’è che i medici applicano il metodo della diagnosi differenziale e procedono per esclusione, ovvero scongiurando tramite analisi ed esami che la sintomatologia manifestata dal paziente sia spia di altre malattie che provocano un senso di fatica molto simile. Tra queste patologie, solitamente il medico considera:
Intervenire con la nutrizione per contrastare il senso di affaticamento dovuto dalla stanchezza cronica è un buon metodo per supportare l’organismo in modo non invasivo e naturale. Uno dei consigli più importanti da seguire è quello di distribuire correttamente l’apporto di tutti i nutrienti nell’arco della giornata evitando pasti troppo sbilanciati che appesantendo l’apparato gastrointestinale, rallentano i processi digestivi portando ad aumentare il senso di stanchezza. Meglio preferire alimenti non troppo pesanti e poco elaborati, ricchi di sostanze “energizzanti” e alleati del sistema immunitario come il magnesio, il potassio e il ferro. Ecco perché mangiare tanta frutta e verdura di stagione, prediligere cereali integrali ricchi di triptofano, un aminoacido precursore della melatonina, e assumere vitamine del gruppo B, omega 3, acido folico, minerali e fibre grazie alla frutta secca, ai semi oleosi e ai germogli è fondamentale per raggiungere l’apporto di tutti gli elementi di cui il nostro organismo necessita per rimanere in salute.
Altri accorgimenti utili possono essere: fare attività fisica senza esagerare e tenendo traccia delle proprie sensazioni fisiche in modo da sottoporre al medico una descrizione ampia e dettagliata della sintomatologia. Infine, è bene evitare di fare pisolini lunghi durante il giorno in modo da non compromettere il ritmo sonno veglia.
L’Omeopatia ha a sua disposizione diversi di rimedi utili per lenire i sintomi della stanchezza cronica:
Tutti questi rimedi potranno essere assunti solamente dietro indicazione del proprio medico omeopata di fiducia, in grado di individuare, caso per caso, il trattamento specifico più adatto per la stanchezza cronica.
FONTI PRINCIPALI:
Cure omeopatiche: alcuni esempi di come la Medicina Omeopatica può essere un valido alleato
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