CURARSI CON L'OMEOPATIA

Stitichezza o stipsi: le cause e come rimediare con l’Omeopatia

La stitichezza, stipsi o costipazione è principalmente dovuta a una dieta povera di fibre, ma possono essere determinanti anche altri fattori come la tensione emotiva, le abitudini irregolari, l’intestino pigro e una vita sedentaria. Non si tratta di una patologia ma di un disturbo della defecazione che consiste nella diminuzione della massa fecale con presenza di feci dure, oltre che nella conseguente difficoltà di evacuazione. Generalmente, la stitichezza è più frequente negli anziani e nelle donne e può essere definita acuta o occasionale, secondaria o sintomatica e idiopatica.

 

Le cause della stitichezza

La stitichezza è dovuta ad un malfunzionamento dell’intestino le cui cause possono essere le più svariate. I fattori che la provocano determinano la gravità del disturbo e la conseguente terapia da adottare anche se spesso lo stile di vita e l’alimentazione rappresentano la chiave per prevenire e contrastare l’insorgere della sintomatologia tipica della costipazione.

 

Quella più diffusa è definita stitichezza idiopatica perché non dipendente dalla presenza di altre malattie ma è da un’inefficienza dei movimenti fisiologici dell’intestino, chiamati peristalsi, e dai meccanismi di espulsione ano-rettali. In altre parole, questa tipologia di stipsi è dovuta da un mal funzionamento “meccanico” che spesso è aggravato da scorrette abitudini di vita come un’alimentazione disordinata, povera di fibre e acqua, ritmi di vita frettolosi, sedentarietà, tensione nervosa e abuso di farmaci come tranquillanti e di sonniferi.

 

La stipsi occasionale o transitoria è invece tipica durante la gravidanza o quando si cambiano repentinamente abitudini e orari come quando si è in viaggio o a seguito di una particolare terapia farmacologica o di un intervento chirurgico.  La stipsi cronica, secondaria o sintomatica invece può essere provocata da disfunzioni motorie intestinali e/o anorettali così come da patologie quali diverticolosi, malattia infiammatorie croniche intestinali, morbo di Parkinson, diabete o perfino dal tumore del colon-retto.

 

Infine, è doveroso che alcuni farmaci, anche di uso comune, intaccando l’equilibrio della flora batterica intestinale possono (provocare l’insorgere di questo disturbo poiché rallentano il transito delle feci lungo l’intestino seccandole.

 

I sintomi della stitichezza

I sintomi che i pazienti con stipsi riferiscono più comunemente sono:

  • frequenza delle evacuazioni ridotta a meno di tre alla settimana;
  • presenza di feci dure;
  • necessità di sforzarsi eccessivamente e per un tempo prolungato durante la defecazione;
  • senso di ostruzione e di evacuazione incompleta che richiedono un intervento manuale o meccanico come l’ausilio di clisteri.

 

Oltre alle difficoltà nell’evacuazione, la sintomatologia è caratterizzata anche da una digestione lenta, dalla sensazione di ingombro e gonfiore addominale, affaticamento, malessere generale e irritabilità dell’umore. Inoltre, le feci dure e gli per espellerle possono provocare, non solo un rialzo della pressione sanguigna con possibili emorragie, ma anche irritazioni e prolasso delle emorroidi.

 

Anche se generalmente la stipsi è una condizione benigna, se si manifesta improvvisamente in persone adulte che hanno familiarità di tumori intestinali, oppure se è accompagnata dalla presenza di sangue nelle feci, anemici e perdita di peso risulta indispensabile rivolgersi al medico curante per accertamenti come esami del sangue e strumentali. La complicazione più grave della stitichezza è l’occlusione intestinale dovuta alla presenza del fecaloma, ovvero l’accumulo di feci che si può fermare in qualsiasi tratto del colon portando anche all’ischemia rettale, la mancanza di apporto sanguigno.

 

Cosa fare contro la stitichezza

Per combattere la stitichezza nella maggior parte dei casi è sufficiente cambiare alimentazione e bere molta acqua, adottando uno stile di vita sano e attivo. Per esempio, regolarizzare l’orari dei pasti è di grande aiuto per il benessere intestinale, così come l’assunzione regolare di fibre sia solubili che insolubili, con un consumo di circa 30 grammi giornaliero. Anche l’esercizio fisico regolare è d’aiuto per facilitare l’attività intestinale assieme ad un adeguato apporto di liquidi che aiuta ad ammorbidire le feci favorendone il transito.

 

Tutti questi accorgimenti aiutano nella gestione della stipsi, ma quando non risulta sufficiente ricorrere a questi consigli, è necessario passare all’utilizzo di lassativi. La scelta della tipologia va ponderata sulla base delle cause che scatenano la stitichezza e, di conseguenza, determinano la gravità della sintomatologia. Ne esistono di diversi tipi come integratori di fibre o lassativi di massa che richiamano l’acqua nell’intestino ed ammorbidiscono le feci, a contatto o stimolanti che agiscono come attivatori della motilità intestinale, emollienti per la lubrificazione delle feci, osmotici, salini, ecc.

 

I rimedi omeopatici per combattere la stitichezza

Adottare una terapia omeopatica può essere d’aiuto per ridurre l’insorgere di questo fastidioso disturbo, ma anche per lenirne la sintomatologia. I rimedi[1] omeopatici principalmente consigliati sono:

  • Alumina, utile in caso di spasmi intestinali, anche con scarsa peristalsi, associata a difficoltà di defecazione;
  • Lycopodium,  consigliato per lenire sintomi come addome teso, meteorico, con sensazione di peso;
  • Bryonia, indicato in caso di dolori puntori, causati da processi flogistici delle sierose, stipsi e secchezza delle mucose.

 

Tutti questi rimedi potranno essere assunti solamente dietro indicazione del proprio medico omeopata di fiducia, in grado di individuare, caso per caso, il trattamento specifico più adatto per la stipsi.

 

[1] Geddes N. – Lockie A., Il libro completo della Omeopatia, Milano, Mondadori, 1998

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