I RIMEDI OMEOPATICI

Chelidonium

La celidonia (Chelidonium majus), pianta dalla quale si ricava il rimedio omeopatico Chelidonium, appartiene alla famiglia delle Papaveracee ed è nota per le sue proprietà antispasmodiche, colagoghe e coleretiche. Il campo d’azione di questo rimedio sono principalmente i disturbi del fegato e della bile.

Chelidonium majus: pianta

La celidonia è una pianta erbacea della famiglia delle Papaveracee nativa dell’Europa e delle zone temperate e più fredde dell’Asia, che oggi cresce in tutto il mondo.
Si tratta di una pianta tendenzialmente tossica i cui principi attivi sono essenzialmente degli alcaloidi molto potenti: berberina, coptisina, chelidonina, sanguinarina, allocriptopina hanno un effetto colagogo, coleretico e ipolipemizzante su fegato e vie biliari.

 

Quando viene strappata, dalla pianta fuoriesce un lattice giallo contenuto in tutte le sue parti, anche nelle radici. Secondo la “teoria delle signature” di Paracelso (secondo la quale la malattia e il rimedio adatto avevano caratteristiche comuni), il succo giallo e velenoso di questa pianta suggerisce che si tratta di un rimedio ideale per i disordini del fegato come l’itterizia. Non è un caso dunque che già i medici dell’antichità, come Galeno e Dioscoride, la utilizzassero per curare l’ittero. Il lattice presente nei suoi steli, se opportunamente trattato, è ricco di principi attivi che donano alla pianta diverse proprietà medicamentose:

  • proprietà antispasmodiche utili in caso di crampi e contro l’asma;
  • proprietà purgative, sedative e spasmolitiche;
  • proprietà antimicotiche;
  • proprietà colagoghe e coleretiche utili per la cura del fegato;
  • proprietà sedative, utili contro l’insonnia e contro il nervosismo.

La fioritura della pianta avviene da maggio a settembre, quando le foglie verdi bluastre iniziano a produrre fiori di colore giallo oro con quattro petali disposti a piccole ombrella. I semi ovoidali prodotti dalla pianta sono invece ricchi di sostanze nutritive, che le formiche trovano molto gustoso.

 

Ed ora ecco qualche piccola curiosità: il nome Chelidonium deriva dal greco chelidôn, che significa rondine. Alcuni sostengono che le fu dato questo nome in quanto la fioritura comincia quando arrivano le rondini e termina quando ripartono per il sud. Altri affermano che si deve alla storia che vuole che le rondini si servissero dei rami di celidonia per aiutare i loro piccoli ad aprire gli occhi. La pianta è anche comunemente nota con il nome “erba dei porri” perché veniva, e viene tutt’oggi, utilizzata per asportare porri e verruche.
In passato, inoltre, gli alchimisti provarono a trasformare questa pianta gialla in oro e se ne servivano nella ricerca della pietra filosofale tanto che le dettero il nome di coeli donum, dono del cielo.

Chelidonium: rimedio omeopatico e proprietà

Il rimedio omeopatico Chelidonium si ottiene dalla pianta fresca fiorita ed è utilizzato principalmente per la cura delle malattie della cistifellea e del fegato così come per alcune malattie degli occhi. Secondo la teoria della similitudine, infatti, il rimedio Chelidonium svolge un’azione elettiva a livello del fegato con ipertrofia del lobo destro, stasi biliare e produzione di indolo. Il rimedio Chelidonium fu sperimentato da Hahnemann e inserito nella Materia Medica Pura.

 

È un rimedio omeopatico che viene tradizionalmente utilizzato nei seguenti casi:

  • disturbi del fegato e delle vie biliari;
  • itterizia;
  • epatite;
  • indigestione;
  • nausea e vomito;
  • dilatazione della parte alta dell’addome;
  • cefalea associata a disturbi epatici;
  • porri e verruche.

In genere i sintomi si manifestano nella parte destra del corpo e un sintomo caratteristico è rappresentato da un forte dolore sotto la scapola destra, con disturbi allo stomaco.

Il rimedio omeopatico Chelidonium per l’ittero

L’ittero è una condizione in cui la pelle e la sclera (la parte bianca dell’occhio) assumono un colore giallastro. Spesso colpisce i bambini nella prima settimana di vita, ma può comparire a qualsiasi età per diversi problemi: malattie del sangue, disturbi del fegato, infezioni, assunzione di alcuni medicinali ecc…
Ciò che genera l’ittero è l’accumulo di bilirubina, una molecola gialla presente nell’emoglobina dei globuli rossi. Al termine del loro ciclo vitale questi ultimi dovrebbero essere smaltiti dal fegato; quando ciò non avviene si può verificare l’accumulo di bilirubina che conferisce alla pelle il colore giallastro tipico dell’ittero.

 

Anche in caso di ittero esistono dei rimedi omeopatici molto utili, come appunto Chelidonium che si utilizza quando la cute è molto gialla (ittero acuto), c’è forte prurito, dolore alla scapola destra che si aggrava con il movimento e il fegato è ingrossato e doloroso.

Chelidonium: tipo costituzionale

I soggetti costituzionali Chelidonium in genere sono snelli, belli e hanno un comportamento dominante e dittatoriale, indifferente all’autorità e alle opinioni altrui. Sono persone convinte di avere sempre ragione e molto realiste, evitano infatti di basarsi su sensazioni personali piuttosto che su fatti concreti. Si tratta di soggetti dediti al lavoro, che è perlopiù manuale. Prediligono i cibi pesanti che però compromettono il loro sistema digerente. Come conseguenza soffrono spesso di disturbi al fegato e alla bile che causano la comparsa di macchie gialle sulla pelle.

 

Di seguito le principali caratteristiche del soggetto:

  • dolore pungente dell’ipocondrio destro che s’irradia verso la schiena;
  • dolore fisso, costante, pungente o sordo, all’angolo inferiore della scapola destra;
  • lingua molle e floscia;
  • nausea con gusto amaro;
  • pigrizia mentale;
  • sonnolenza e stanchezza.

Oltre ad una particolare propensione a contrarre malattie del tratto intestinale, il tipo Chelidonium dimostra anche una certa predisposizione a infiammazioni delle vie respiratorie, a emicranie o a fastidi alle articolazioni.

 

Solitamente i sintomi presentati si aggravano con il caldo, con i cambiamenti climatici, intorno alle 4 del mattino e del pomeriggio, mentre migliorano dopo mangiato, con l’assunzione di latte e altre bevande calde e con una forte pressione.

 

 

 

FONTI

Geddes N. – Lockie A., Il libro completo della Omeopatia, Milano, Mondadori, 1998

 

Dott. Chiriacò D., Corso di Omeopatia – Centro Omeopatico Italiano Ippocrate – CSOA- IMO

Scopriamo i rimedi fondamentali della Medicina Omeopatica

VUOI CONOSCERE ALTRO SUL MONDO DELL'OMEOPATIA?
ALLORA CONTINUA A LEGGERE!

Curarsi con l'Omeopatia

Viaggio nell'Omeopatia

Hai letto l'ultimo articolo?

Hai letto l'ultimo articolo?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Vuoi leggere i nostri approfondimenti sui principali rimedi omeopatici,
sui disturbi e le news legate al mondo dell’Omeopatia? Allora che aspetti, iscriviti!

IMO S.p.a. | Via Firenze, 34 – 20060 Trezzano Rosa (MI) | Partita Iva: 00714820156 | PrivacyCookie Policy | Credits: Digital for Business