1908 – 1985
Il Conte Dr. Gian Carlo Dal Verme è stato uno dei più importanti promotori della cultura omeopatica in Italia contribuendo alla sua diffusione su tutto il territorio nazionale. La sua intensa attività di formazione lo portò a fondare l’Istituto di Medicina Omeopatica IMO con lo scopo di favorire la divulgazione e lo sviluppo di una pratica medica alternativa e di rendere disponibili in Italia i rimedi omeopatici già ampiamente diffusi in Francia e Germania.
Laureato in legge e frequentatore assiduo di alcune lezioni di suo interesse all’Università di Medicina e Chirurgia, il Conte Dal Verme fu un grande appassionato e conoscitore della medicina omeopatica, disciplina a cui si avvicinò tramite il Dott. Antonio Negro, medico fondatore della prima Scuola italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (SIMOH). Il Conte Dal Verme fece la sua conoscenza in Liguria durante un periodo di villeggiatura, incontro dal quale nacque in lui l’interesse per la Medicina Omeopatica.
Nel 1947, Antonio Negro fondò, insieme ad altri, il Centro Ippocratico Hahnemanniano Italiano (C.I.H.I.) e gli ambulatori di Medicina Omeopatica a Roma, in piazza Navona. Scopo della società, era quello di importare dalla Francia e dalla Germania i rimedi omeopatici che, in questi paesi, avevano già avuto grande successo. Il Centro Ippocratico Hahnemanniano ha il merito di aver istituito per la prima volta in Italia un vero e proprio Corso di Studi in Medicina Omeopatica destinato alla formazione dei medici e degli studenti delle Facoltà di Medicina e Chirurgia interessati alla dottrina di Samuel Hahnemann.
Purtroppo, nonostante il progetto del C.I.H.I. abbia contribuito alla diffusione e all’affermazione sul territorio nazionale della Medicina Omeopatica hahnemanniana, la società non fu in grado di gestire a pieno la mole di lavoro necessaria al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi.
Nel 1953, Antonio Negro coinvolse il Conte Dal Verme per rilevare la società del C.I.H.I., scongiurandone il fallimento ed evitando, così, che il progetto del Centro andasse perduto. Quell’anno, il Conte trasferì, quindi, le attività del C.I.H.I. a Milano, cambiandone il nome in IMO – Istituto di Medicina Omeopatica e ricorrendo al supporto e alla collaborazione del Dott. Magnocavallo e del Sig. Franco Formenti per la gestione operativa dell’Istituto.
L’identità costitutiva di IMO era quella di integrare la formazione scientifica e la diffusione della cultura omeopatica con la distribuzione commerciale dei medicinali omeopatici. Eppure, ciò per cui il Conte Dal Verme provava maggior interesse, non erano tanto gli obiettivi commerciali o il rendimento degli investimenti, ma piuttosto la sensibilizzazione e la diffusione della disciplina omeopatica sul territorio italiano: il Conte può essere definito a pieno titolo il mecenate dell’omeopatia in Italia.
L’Istituto di Medicina Omeopatica IMO, grazie all’opera di Dal Verme, ha potuto compiere un importante percorso di crescita: da una modesta struttura commerciale, assimilabile a quella di un semplice “emporio” che lavorava su richiesta del cliente, ad una vera e propria azienda farmaceutica strutturata. La continua selezione di aziende produttrici di Omeopatici di qualità, la scelta di partnership anche con aziende operanti in settori affini (come, per esempio gli integratori e i prodotti fitoterapici) hanno portato all’affermazione di IMO in Italia come una realtà di riferimento non solo per l’omeopatia, ma per tutte quelle medicine, oggi definite, “complementari”.
Quello del Conte Dal Verme fu un contributo fondamentale al successo della Medicina naturale nel nostro paese. Egli, infatti, selezionò un’ampia gamma di omeopatici di qualità ancora oggi presenti sul mercato, grazie soprattutto alla sua lungimirante capacità di coniugare pratiche mediche integrabili fra loro.
Al Conte Dal Verme si deve inoltre il merito di aver contribuito, per primo, alla regolamentazione dei rimedi omeopatici sul territorio nazionale. Difatti, sin dal momento rilevò la gestione di IMO, il Conte entrò in contatto con l’Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità pubblica – il dipartimento allora preposto alla Salute Pubblica dipendente direttamente della Presidenza del Consiglio – per trattare sull’ottenimento di un nulla osta per la vendita dei rimedi omeopatici, all’epoca non ancora riconosciuti come medicinali. Questo fu senza dubbio uno dei primi passi che il Conte compì affinché IMO, che guidò in prima persona sino al 1984, potesse essere la prima impresa di rimedi omeopatici in Italia. L’azienda intraprese così, un felice e prospero percorso che, incrementando la propria competitività in termini di sviluppo commerciale, competenze scientifiche e ampiezza d’offerta , l’ha condotta ad essere, ancor oggi, uno degli attori più affermati sul palcoscenico dell’omeopatia in Italia.
In merito all’impegno profuso nelle attività formative, il Conte Dal Verme si prodigò per l’organizzazione di congressi dedicati alla medicina omeopatica. Il suo approccio può essere reso esplicito da quanto dichiarò nel 1972 in occasione del V Congresso Nazionale di Medicina omeopatica:
“Abbiamo solo voluto servirci delle esperienze delle altre Scuole, esaminarle e vagliarle alla luce dei risultati, cioè dei fatti, e delle moderne scoperte scientifiche, anche con lo scopo di poter far intendere e comprendere la nostra voce presso le correnti mediche che non si conoscono e guardano ancora all’Omeopatia con diffidenza.” (Atti del V Congresso Nazionale di Medicina omeopatica, Como, 27 – 30 Giugno 1972).
Il V Congresso Nazionale di Medicina Omeopatica organizzato da IMO per conto di AIMO (Accademia Medica Omeopatica) aveva come obiettivo quello di convogliare le Scuole diffuse sul territorio nazionale in un’unica corrente, più forte ed autorevole agli occhi delle istituzioni.
Con questa prospettiva, durante tutti gli anni in cui fu al vertice di IMO, il Conte Dal Verme organizzò con costanza ed entusiasmo corsi di formazione per medici e professionisti oltre che scuole di formazione in ambito omeopatico su tutto il territorio nazionale.
In più, oltre ad essere stato socio della SAMO (la società romana di Antonio Negro), nel 1982 il Conte Dal Verme fu anche tra i soci fondatori e Presidente di ANIPRO (Associazione Nazionale Importatori e Produttori Rimedi Omeopatici), la prima associazione di categoria delle aziende produttrici di farmaci omeopatici. Tramite l’ANIPRO, le aziende omeopatiche instaurarono i primi contatti con i ministeri e le autorità di riferimento, ottenendo col tempo la dovuta attenzione a livello normativo e legislativo. La creazione e lo sviluppo dell’Associazione, inoltre, favorì notevolmente l’accrescimento di un comune senso di appartenenza al mondo della Medicina Omeopatica.
Oltre all’omeopatia, due furono le altre grandi passioni del Conte Dal Verme: gli scacchi e la musica. È stato vice presidente della Federazione Scacchistica Italiana dal 1932 al 1941, presidente nel biennio 1942-1943 e nuovamente presidente dal 1945 al 1969, anno in cui gli fu conferita la carica di Presidente onorario. Questa attività lo portò a viaggiare molto, tanto da aver raggiunto dimestichezza con il tedesco, l’inglese e il francese, lingue che parlava fluentemente.
Infine, con lo stesso spirito per la conoscenza e la passione per l’insegnamento, il Conte rilevò la Scuola Internazionale Musicale di Milano – che ha sede in Foro Bonaparte – di cui fu a lungo Presidente. L’integrazione tra le sue passioni, lo spinse a comporre l’inno della Fide (Fédération Internationale des Échecs), la Federazione Internazionale degli Scacchi, di cui fu socio fondatore e onorario.
Conosciamo le origini della disciplina e la storia dei grandi Maestri
1932
1880 - 1963
1919
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