I RIMEDI OMEOPATICI

China

La China è un rimedio omeopatico estratto dalla corteccia dalle piante del genere Cinchona, una specie appartenente alla famiglia delle Rubiacee che cresce nell’America del sud. Questo rimedio è indicato: nei soggetti astenici, anemici, ipotesi e soggetti a lipotimie in seguito a emorragie o perdite di liquidi organici.

La pianta della China

China è un termine generico che in ambito botanico indica diverse specie di piante del genere Cinchona, appartenente alla famiglia delle Rubiacee. Si tratta generalmente di alberi piuttosto grandi che crescono tra i 1.000 e i 3.500 metri sul livello del mare.

 

La China, in particolare, è diffusa soprattutto in Ecuador, in Colombia e in alcune zone dell’Asia (Giava) e dell’Africa. Si tratta di un albero che cresce fino a 20-25 m, la cui corteccia è di colore marrone rossastro; le sue foglie sono lunghe 25-40 cm, hanno forma ellittica e presentano una colorazione della parte inferiore tendente al rosso; i suoi fiori invece sono tubolari e di colore rosa-rosso.

 

Le proprietà benefiche di questa pianta vengono estratte dalla corteccia che viene fatta essiccare in appositi essiccatoi, dove la temperatura varia tra i 70 e gli 80 °C.

 

Appena raccolta, la corteccia dell’albero di China ha un colore biancastro, ma tende ad assumere una colorazione rosso-brunastro o giallo-bruno dopo un breve contatto con l’aria.

China: storia e leggenda

La China venne importata dal Perù nel XVII secolo e divenne nota da subito per la sua efficacia nel trattamento delle febbri intermittenti.
Furono i padri Gesuiti, e in particolare padre Bernabè Cobo (Spagna 1582 – Lima 1657), a portare la pianta in Europa tanto che, a partire dal 1632, l’utilizzo della “pulvis gesuiticus” o “polvere dei Padri” si diffuse anche in Italia.

 

Secondo la leggenda il nome della pianta deriva da Ana de Osorio Chinchón, moglie del viceré del Perù, la quale guarì dalla febbre intermittente proprio grazie alle proprietà della corteccia di China. Sempre secondo questa tradizione, la contessa, per ringraziare della guarigione dispose la cura dei poveri di Lima e fece pubblicità alla “polvere della contessa” anche in Spagna (1640).

 

In anni successivi, esattamente tra il 1817 e il 1820, i due ricercatori francesi Pierre Joseph Pelletier e Joseph Bienaimè Caventou riuscirono a estrarre dalla corteccia dell’albero il principio attivo, ovvero il chinino, che per diverso tempo fu utilizzato nella Medicina Allopatica.

Il Chinino nella Medicina Allopatica

Il chinino è un farmaco di notevole efficacia contro le quattro specie di Plasmodium che provocano la malaria nell’uomo (Plasmodium falciparum, Plasmodium vivax, Plasmodium ovale e Plasmodium malariae).

 

Il chinino è stato il farmaco principalmente utilizzato per la cura e la profilassi della malaria fino a quando non venne introdotta la clorochina. Oggi, però, sembra che se ne stia riscoprendo l’utilità in quanto verso la clorochina si sono manifestate importanti e diffuse resistenze.

 

Questo farmaco, nonostante sia utile nella cura di varie manifestazioni, ha però anche degli effetti collaterali: diarrea, vomito, disturbi uditivi, problemi visivi, ma anche aritmie molto gravi. È quindi controindicato per quei pazienti che soffrono di disturbi della conduzione cardiaca.

China: rimedio omeopatico

La China è un rimedio omeopatico dalle tante virtù curative la cui Tintura Madre si ottiene per macerazione della polvere della corteccia in alcool a 70°, o triturando la polvere stessa con lattosio.

 

La China fu il primo medicinale sperimentato da Samuel Hahnemann (Germania 1755 – Parigi 1843) per dimostrare la veridicità della Teoria della Similitudine, già enunciata da Ippocrate, che diventò il fondamento dell’Omeopatia. Se l’estratto della China, che veniva utilizzata per la cura della malaria, era in grado di provocare la malattia in un organismo sano, se ne poteva ricavare una regola: ciò che scatena una malattia in un individuo sano, può anche guarirla nel malato.

 

Il rimedio China è indicato sia nella cura di casi acuti che cronici e in particolare è indicata nei soggetti astenici, anemici, ipotesi e soggetti a lipotimie in seguito a emorragie o perdite di liquidi organici.

A cosa serve la China

La China viene usata in Omeopatia per la cura dei seguenti disturbi:

  • emorragie
  • epistassi
  • polimenorrea
  • menorragia
  • diarrea
  • vomito
  • mal di testa
  • vertigini
  • spasmi muscolari
  • disturbi della colecisti
  • sindrome da affaticamento cronico
  • anemia da perdite ematiche
  • astenia dopo una fatica, eccessi sessuali o dopo eccessiva sudorazione
  • gonfiore addominale e meteorismo (di tutto l’addome)
  • ronzii auricolari

Il tipo China in Omeopatia

China è un rimedio a prevalenza endoblastica, adatto dunque a soggetti di costituzione carbonica. Il soggetto curato attraverso il rimedio omeopatico China è solitamente di carnagione scura o olivastra, robusto ma costituzionalmente stremato da secrezioni debilitanti.

 

Si tratta perlopiù di pazienti apatici, taciturni, abbattuti, che non amano la compagnia e soffrono di eccessi di ira; si sentono spesso maltrattati e sono ipersensibili alle critiche.

 

Il tipo China soffre di disturbi alimentari con eccessiva flatulenza: ha un appetito vorace ma anche un pasto leggero gli provoca disturbi in quanto ha problemi di digestione.

 

Gli aspetti più caratteristici della sua personalità sono:

  • un forte stato ansioso-depressivo
  • irritabilità
  • indolenza
  • tendenza a incolpare gli altri dei propri fallimenti
  • iperestesia sensoriale ed emotiva
  • ansia
  • abulia e apatia

Inoltre il soggetto China:

  • peggiora con il freddo e l’umidità; in autunno e in estate; dopo i pasti; durante e dopo la defecazione; alla minima corrente d’aria; dopo qualsiasi sforzo mentale o fisico
  • migliora con il caldo, con una pressione forte sulla zona dolorante e piegandosi in due

Scopriamo i rimedi fondamentali della Medicina Omeopatica

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