Nelle precedenti uscite di Viaggio nell’Omeopatia abbiamo già affrontato il discorso legato ai medicinali omeopatici unitari e complessi. Ma come è possibile distinguerli senza avere competenze mediche?
Scopriamo qualcosa in più su questo e altri quesiti legati all’assunzione dei farmaci omeopatici.
Come abbiamo già visto in precedenza esistono delle differenze tra medicinale omeopatico unitario e complesso. Il medicinale omeopatico unitario contiene un’unica sostanza diluita e dinamizzata mentre quello complesso è costituito dall’associazione di più sostanze aventi azione sinergica nei confronti di una determinata patologia.
Riconoscerli è piuttosto semplice, già a partire dal loro nome: il medicinale omeopatico unitario, infatti, è, di norma, in vendita con la denominazione scientifica della sostanza dal quale viene ricavato.
Ad esempio:
I rimedi omeopatici complessi invece presentano nomi commerciali di fantasia e sono spesso identificati da sigle come R1, VC15, IMO10 ecc…
In questo caso bisogna sempre affidarsi al parere del medico omeopata presso il quale si è in cura. Il cambio della diluizione, infatti, non può essere una decisione che il paziente prende in autonomia.
Se il farmacista non dispone della diluizione prescritta, un’eventualità oggi molto rara poiché attraverso la moderna filiera della distribuzione del farmaco ogni punto vendita è in grado di rifornirsene in poche ore, è indispensabile consultare il medico che ha prescritto il farmaco e concordare con lui se variare o meno la terapia.
La terapia omeopatica è una cura individualizzata che viene prescritta sulla base delle caratteristiche e del quadro clinico di ciascun paziente. È quindi sempre opportuno consultare il proprio medico prima di assumere i medicinali omeopatici ed evitare il fai da te.
In generale però avere in casa alcuni medicinali che hanno azione soprattutto in caso di patologie acute può essere utile. Tali farmaci possono risolvere, dietro consiglio dell’omeopata, alcuni disturbi in attesa della visita del medico.
Tra questi figurano: Aconitum napellus, Apis mellifica, Arnica montana, Belladonna, Bryonia alba, Colocynthis, Ignatia amara, Ipeca.
L’assunzione di questi rimedi omeopatici però deve avvenire solo dopo aver consultato il medico che definirà anche la diluizione consigliata.
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